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http://www.megachip.info/Venerdì, 14 luglio 2006
Israele lancia un nuovo attacco all'aeroporto internazionale di Beirut. Il nuovo raid aereo israeliano è avvenuto mentre il premier libanese Fuad Siniora era a colloquio con gli ambasciatori dei cinque paesi membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu. Intanto il capo di Hezbollah, Hassan Nasrallah, questa mattina è stato minacciato di morte dal ministro dell'Interno israeliano Bar On che alla radio aveva dichiarato: "il suo destino è segnato". "Salderemo i nostri conti con lui al momento opportuno". Dunque Israele continua ad ignorare gli appelli lanciati dalla comunità internazionale, sempre più determinata a stroncare le milizie sciite libanesi di Hezbollah.Stamattina un nuovo bombardamento, in un quartiere alla periferia sud di Beirut. Ancora non si sa se le incursioni abbiano provocato vittime tra la popolazione. Una nuova offensiva che si aggiunge a quelle iniziate due giorni fa, e culminate ieri nell'attacco all'aeroporto internazionale di Beirut, colpito due volte.
La televisione degli Hezbollah "Al Manar" ed altre reti tv hanno detto che i bombardamenti israeliani hanno causato la distruzione di un ponte. Volantini diffusi in serata avevano invitato la popolazione a stare alla larga dagli edifici degli Hezbollah. Il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha il suo quartier generale e la residenza proprio a Beirut sud, dove di trova anche la Tv "Al Manar".
Alcune vedette israeliane stazionano stamani a largo del porto di Tripoli, 80 chilometri a nord di Beirut. Lo ha riferito Al-Nur, la radio del movimento sciita libanese, mentre la tv satellitare araba Al-Arabiya ha riferito che dieci navi da guerra israeliane si starebbero dirigendo verso le acque territoriali libanesi.
Da ieri, il blocco navale decretato da Israele è andato progressivamente estendendosi verso nord, in direzione del porto di Tripoli, a ridosso del confine settentrionale con la Siria.
Attacchi aerei israeliani sono stati segnalati stamani nei dintorni del centro portuale di Tiro (70 km. a sud di Beirut). Lo ha riferito la Tv libanese Lbc. L'emittente ha precisato che i caccia F-16 hanno bombardato la zona di Abbasiye, a nord-est di Tiro. In precedenza, era stata bombardata anche la zona di Bazuriye, a sud-est della città.
Altri raid israeliani sono stati segnalati stamani nella zona di Khiam, nel Libano sud-orientale. Lo ha riferito Al-Manar, la Tv del movimento sciita libanese Hezbollah. L'emittente ha precisato che caccia F-16 israeliani hanno colpito i dintorni di Khiam, situata a ridosso della zona di confine contesa delle "Fattorie di Shebaa", occupata da Israele nel 1967. Altri raid aerei hanno inoltre avuto per obiettivo le colline di Qadmus, vicino al porto di Tiro (70 chilometri a sud di Beirut).
L'aviazione israeliana ha colpito inoltre le due principali basi aeree libanesi, Rayak e Qoleiat, sordo alle dichiarazioni di protesta provenienti da più parti. La giornata di ieri si è chiusa così con la campagna aerea più violenta che Israele ha lanciato in Libano negli ultimi 24 anni.
Ma se la comunità internazionale si è limitata a lanciare un appello a Israele per la fine degli attacchi, la dichiarazione del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad è suonata come un vero e proprio avvertimento, che ha alimentato il clima di tensione già rovente. "Se commette un'altra idiozia e aggredisce la Siria, questo sarà sinonimo di un'aggressione a tutto il mondo musulmano e avrà una risposta sferzante", ha sottolineato Ahamadinejad.
Nelle ultime ore dunque il Libano ha subito una decisa escalation di violenza cui le forze di Hezbollah hanno risposto attaccando la città di Haifa, la terza piu' grande di Israele. Di qui l'effetto domino innescato a livello mondiale, alimentando tensioni geopolitiche -già esistenti con Iran e Corea del Nord-, scatenando l'impennata del greggio e i forti smobilizzi sulle piazze finanziarie globali.
Gli stati Uniti bocciano la risoluzione di condanna Onu
A questo punto, si dovrà aspettare e vedere quali saranno i nuovi passi della comunità internazionale. Particolare attenzione è rivolta agli Stati Uniti che, esercitando il loro diritto di veto, hanno manifestato tra l'altro sempre ieri la loro contrarietà a una risoluzione di condanna di Israele, per gli attacchi che lo Stato ha compiuto contro la Striscia di Gaza.
Con l'effetto della bocciatura, da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, della suddetta risoluzione. Il segretario di Stato americano Condoleezza Rice, ha dichiarato che gli Stati Uniti stanno chiedendo a Israele di moderare la portata delle azioni militari contro il Libano, per evitare di provocare vittime tra la popolazione e distruggere infrastrutture civili. Nella sola giornata di ieri, Il bilancio delle vittime della campagna aerea lanciata da Israele è di 47 morti e 103 feriti.
Unione europea e Italia
L'offensiva israeliana fa seguito al sequestro di due soldati, rapiti dagli Hezbollah in un'azione sul territorio ebraico che ha ucciso altri 8 militari con israeliani. Gli Stati Uniti sono stati finora i più "morbidi" dichiarando infatti che "Israele ha il diritto di difendersi". Di tutt'altro avviso l'Unione europea, che in una nota della presidenza di turno finlandese, ha giudicato "sproporzionato" l'attacco di Israele in Libano. Per l'Italia il ministro degli Esteri Massimo D'Alema ha affermato che l'Unione prepara "anche in vista del G8" una iniziativa per fermare la spirale della violenza.
"L'attacco all'aeroporto di Beirut è una reazione spropositata e pericolosa per le conseguenze che potrà avere. Questo è il modo in cui tutta la comunità internazionale guarda alla situazione" ha aggiunto D'Alema. Al ministro degli Esteri gli fa eco il presidente della Camera fausto Bertinotti che ha dichiarato: "La crisi in Medio Oriente tra Israele e Libano ha le sue ragioni non solo nel drammatico e inquietante teatro di guerra e terrorismo ma anche nella inconsistenza dell'intervento europeo nel prevenire il precipitare della crisi".
L'Europa "come nessun altro sa che la soluzione è solo in due popoli e due Stati, Israele e Palestina. L'Europa - ha proseguito Bertinotti - ha quindi un sovrappiù di dovere rispetto a qualunque altra realtà politico culturale e l'Italia può avere un ruolo trainante in questo senso".
Kofi Annan
Le reazioni della comunità internazionale: il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, ha chiesto "l'immediato rilascio" dei due soldati israeliani catturati, ma ha anche condannato "senza riserve" la successiva offensiva israeliana nel sud del Libano. Annan si è detto "profondamente preoccupato per l'escalation i violenze in Medio Oriente" e ha condannato "tutti gli attacchi contro i civili" compiuti nell'area.
Invio di una missione speciale Onu
Annan ha inoltre confermato l'invio di una missione speciale in Medio Oriente, annunciata precedentemente da un comunicato delle Nazioni Unite. La delegazione dell'Onu si recherà sabato al Cairo per incontrare i rappresentanti della Lega Araba e poi visitera' Israele, Libano e Siria.
Gli Stati Uniti chiamano in causa Iran e Siria per il sostegno all'Hezbollah. Il re di Giordania Abdullah II e il presidente egiziano Hosni Mubarak, da tempo in contrasto con il presidente siriano Assad, "sottolinano la necessita' di agire su tutti i fronti per mettere fine a questa escalation".
Napolitano: l'Ue può fare di più
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha definito oggi "un passo significativo e utile" la presa di posizione della presidenza di turno dell'Unione Europea sulla crisi medio orientale, che parla di "un carattere sproporzionato" della reazione israeliana. Si tratta, ha spiegato Napolitano "di una dichiarazione impegnativa". Ma "credo - ha aggiunto - che l'Europa possa fare di piu'".
Una brigata israeliana lascia la striscia di Gaza Parziale ritiro della Tsahal, l'esercito israeliano, da Gaza. Dopo due giorni di operazioni nel sud della Striscia, la brigata Ghivati ha lasciato nelle ultime ore la zona per rientrare in territorio israeliano. Lo ha riferito la radio militare, aggiungendo che al momento nella striscia restano solo alcune unità, localizzate nella zona dell'ex aeroporto di Dahaniye, a sud di Rafah. I militari israeliani hanno riferito di aver colpito almeno 15 miliziani palestinesi.
Proseguono però gli scontri, innescati il 25 giugno dal rapimento di un soldato israeliano da parte del braccio armato di Hamas: i blindati israeliani hanno preso posizione nella zona per bloccare gli spostamenti palestinesi tra il sud e il nord della Striscia. E nella notte un raid israeliano ha colpito un edificio di quattro piani distruggendo il terzo piano che ospitava gli uffici di cinque parlamentari di Hamas. Non ci sono notizie di feriti. L'edificio si trova a nord del campo profughi di Jabalia, nella zona settentrionale della Striscia di Gaza. Sempre nella notte gli F 16 israeliani hanno bombardato un ponte che collega la zona meridionale della città di Gaza al campo profughi di Nuseirat. Altri tre missili aerei, secondo quanto riferiscono fonti della sicurezza palestinese, hanno colpito la zona meridionale di Gaza senza fare vittime.
Nel frattempo proseguono i lanci di razzi palestinesi da Gaza verso il Neghev. Stamane la città israeliana di Sderot è stata colpita a ripetizione e si segnalano diversi feriti e ingenti danni materiali.
Evacuazione degli europei
Misure di evacuazione via terra o via mare dei cittadini europei dal Libano sono allo studio da parte delle ambasciate della Ue. Lo ha appreso stamani l'Ansa da fonti diplomatiche nella capitale libanese.